La Juve slitta al sesto posto ed ora ci si iniziano a fare domande su Giuntoli e Motta.
Essere in una Big è sempre una bella cosa, importante e gratificante, ma quando le cose non vanno per il Verso giusto la pressione si fa altissima.
Dopo la bella prestazione con l’Inter che, a seconda del punto di vista, può apparire o fortunata o da due punti persi, la Juventus non è riuscita a confermarsi pur in un turno di campionato che le metteva davanti il non irresistibile Parma.
E qui iniziano i problemi.
Troppa gioventù in campo abbinata ad una scarsa personalità e da un unico Bomber che si divora troppo spesso occasioni macroscopiche, fanno apparire i bianconeri un po’ zoppi.
Normale farsi la domanda se i giocatori attualmente a disposizione di Thiago Motta siano all’altezza di una maglia così gloriosa, che porta onore ma anche tanta pressione. Per molti di loro, al momento, la risposta è sempre la stessa: no.
O meglio, non così tanto all’altezza da reggere il ritmo di Inter e Napoli e nemmeno così completi da reggere al top l’alternanza campionato-Champions. Chi credeva che Motta avrebbe trasformato Locatelli in Redondo al momento è rimasto deluso; lo stesso per Gatti, che non è Beckenbauer nonostante il numero 4 e i grandi progressi degli ultimi anni, e pure per McKennie, che mantiene le sue qualità da assalitore dell’area avversaria ma pure i suoi limiti tecnici e tattici in non possesso.
Il mercato non sta dando la spinta che ci si aspettava, anche a causa di infortuni, alcuni imprevedibili (Koopmeiners) altri più temuti e preventivabili (Nico Gonzalez, cagionevole in tutta la sua esperienza Fiorentina). L’entusiasmo dei nuovi (Cabal, Kalulu) o dei giovani (Savona, Mbangula) sta fisiologicamente calando per assestarsi su una curva di rendimento media, da cui è lecito attendersi gli alti e bassi tipici proprio dei ragazzi appena approdati in Prima Squadra, per età o nuova militanza.
Ecco, l’entusiasmo: ad Allegri veniva contestato di spegnerlo, ma non è stato forse questo l’effetto della scelta di Thiago di far sedere Yildiz anche contro il Parma, dopo la strepitosa doppietta di San Siro che tanto lo aveva caricato? Una scelta spiegabile (ma non giustificabile) solo con la necessità di equilibrio, che la coppia di esterni Weah-Conceiçao garantisce più di Weah-Yildiz.
Senza contare che l’enigma Douglas Luiz pesa come un macigno sulle spalle di Giuntoli.
Può essere la mancanza di Bremer così determinante? Pensiamo di no anche perchè in fondo il pur bravissimo giocatore è pur sempre uno che le presenze nella nazionale Brasilia le conta sulle dita di una mano.
Thiago sta salendo sul banco degli imputati. Un conto è allenare il Bologna dove tutto quello che arriva è qualcosa di buono e praticamente sconosciuto prima e un conto è dover portare a casa i riusultati che costituisco il minimo indispensabile per una società come la Juventus.
Ora arriva la trasferta di Udine, già domani, pensando alla fatica fatta con il Parma è facile pensare che nella migliore delle ipotesi i bianconeri possano portarsi a casa l’ennesimo pareggio.
Le enigmatiche scelte di Motta ora iniziano a preoccupare un po’ l’ambiente.