La marcia di avvicinamento alla giornata decisiva per lo scudetto è piena di veleni.
Un po’ c’era da aspettarselo che in casa nerazzurra scoppiassero polemiche una dietro l’altra dopo il pareggio con la Lazio che di fatto, almeno a nostro avviso, ha messo quasi una pietra tombale sullo scudetto di questa stagione.
Ce lo si aspettava ma non così veemente la reazione dell’Inter.
Più volte abbiamo sottolineato, proprio perché non ci piace il modo di fare, come a Milano sponda nerazzurra la ricerca continua del “rumore dei nemici” sia diventata stucchevole, perché andare a cercare sempre e comunque una giustificazione in un disegno celeste improbabile, una, due volte può passare poi diventa sgradevole.
Il Napoli sono mesi che ha rallentato e l’Inter non è riuscita ad approfittare delle occasioni avute, certo le partite giocate in più rispetto agli avversari sono state molte, ma i nerazzurri sono in finale di Champions e questa non è poca cosa.
Ora prendersela perché il calendario di un eventuale spareggio sarebbe troppo a ridosso della finale delle finali non è francamente giusto. E se il Napoli non avesse acconsentito alla mediazione e le squadre avessero giocato la domenica? Apriti cielo.
Le cause della mancata vittoria nerazzurra, l’Inter è decisamente più forte del Napoli, va ricercata negli errori fatti in fase di mercato dove si è scomesso su due attaccanti che fondamentalmente hanno deluso: Taremi e Correa.
Probabilmente sarebbe bastato un goleador un po’ imbolsito ma che vedesse la porta o un giovane con il sacro fuoco dentro per far si che i nerazzurri avessero quei punti in più che gli avrebbero permesso di festeggiare la vittoria in Italia già da un po’.
Probabilmente il rendersi conto che il Cagliari andrà a Napoli in vacanza e che i tre punti scapperanno solo se il Vesuvio dovesse eruttare, ha fatto si che la rabbia nerazzurra esplodesse.
Ma come diceva Boskov “la partita è finita quando arbitro fischia” aspetteremmo comunque a mettere le mani avanti ricordando che le squadre forti si vedono anche nelle sconfitte.