De Laurentiis si confessa

Aurelio De Laurentiis ha parlato proprio di tutto nella conferenza fiume di oggi. Il presidente del Napoli ha toccato anche i discorsi riguardo il rinnovo di Kvaratskhelia e della situazione Zielinski. Ma non solo, in conferenza stampa al Konami Training Center di Castel Volturno è tornato sullo scudetto:

KVARA – “Ho chiamato il clan di Kvara 2-3 mesi fa, ci siamo riuniti nel mio ufficio qui. Gli ho detto cosa avrei voluto fare e come allungare il contratto. Mi è stato detto che stanno bene qui e a fine campionato ne riparleremo”.

ZIELINSKI – “Il rendimento di Zielinski nelle ultime dieci partite è quello che conosciamo. Prima mi dice di voler restare d’estate, ma io ce l’ho a morte con Bolek (l’agente, ndr). Perché quando ti offro tantissimi soldi e Bolek non ti vuole far rimanere e ti va a vendere, allora ho una diversa considerazione non di te come calciatore.

Garcia– Il successore di Spalletti è stato Rudi Garcia. De Laurentiis è un fiume in piena. “Farei causa a chi dice che era bollito, ha fatto la finale di Europa League nel 2018 e la semifinale di Champions nel 2020 eliminando Juve e Manchester City.

Mazzari- “Mazzarri è venuto perché è un amico della famiglia. Ha capito che quando al quarto anno decise di andare a provare l’Inter commise un errore di valutazione. Noi siamo considerati un po’ di passaggio e mi fa incazzare questa cosa.

GIOCO DI SPALLETTI – “Ho detto a Mazzarri di ripetere il gioco di Spalletti è un errore. Perché diventa anche prevedibile e le squadre ti fanno tana. Kvara spostato più centrale è tutta un’altra roba. Quindi bisogna rinforzarsi in difesa e a centrocampo. Non è semplice”.

FUTURO E GIUNTOLI – “Io vedo avanti, mi immagino già nel 2030 e cosa questa città, questa squadra, potrà fare nel 2030. Tanti mi accusano di non aver fatto il vivaio, ma avere una seconda squadra portandola dal fallimento quasi alla Serie A e tirare fuori giocatori come Cheddira e Folorunsho significa essere sul pezzo. Quando ho preso Giuntoli, che veniva dalla Serie D, nessuno si è permesso di dire chi fosse questo signore. Lui è cresciuto con noi per 8 anni nascondendomi addirittura fosse uno juventino sfegatato. L’avessi saputo non l’avrei trattenuto. Con tutto il bene che voglio a lui, la sua signora e il nuovo figlio. Qualora Cristiano avesse bisogno sarei sempre qui. Ma determinate cose non le tollero”.

DOPO SPALLETTI – “Thiago Motta era nella lista dei nostri eventuali allenatori da Napoli. Però già in una conversazione avuta, di circa 6 ore, l’anno scorso a Roma mi disse che puntava ad allenare altre squadre fuori dall’Italia. Quando è venuto l’agente di Luis Enrique siamo stati 3 giorni a parlare però lui ha preferito il PSG. Perché ci sono dei club più blasonati del Napoli e hanno una maggior attrazione. Non mi arrabbio quando mi dicono di andare al Manchester City di turno.

PREPARAZIONE ATLETICA – “Esonerare è sempre doloroso, soprattutto per chi esonera. A Rongoni ho fatto una testa tanta perché avevamo Sinatti e gli dicevo ‘Vuoi concertare con lui?’. Arriva Garcia, con quel suo fare francese da puzza sotto il naso e mi dice di mandare via Sinatti. Sinatti viene da me e dice di non voler stare sotto Rongoni. Gli dico che non sarebbe stato sotto Rongoni. I due litigano e va via Sinatti”.

CARATTERE DISCUTIBILE – “È bello che ci sono dei caratteri in contrapposizione, significa che alla base c’è una sfida. Mi rompe le scatole il fatto di leggere che sono un tuttologo, che sono troppo presente. Mettiamo in chiaro una cosa: De Laurentiis fa l’imprenditore, non il prenditore. E l’imprenditore si interessa della sua impresa.

OPZIONE E PEC – “Non mi sono fatto fregare ma voluto far fare da Spalletti. L’opzione io l’ho esercitata come cura per lenirgli le tre partite non andate a buon fine. Questo mi ha indisposto ancora di più successivamente. Avvisarlo per la PEC? E che gli devo dire, è nel contratto. Lui si è indispettito? Io non sono irrequieto, ho abituato il mio carattere a sopportare e supportare. Per i trascorsi avuti il carattere di Spalletti ha bisogno di andare a briglie sciolte. In Nazionale forse, non allenando tutti i giorni, è nell’ambiente giusto”.

SUPERLEGA – “A Florentino Perez, quando l’ho incontrato ad Alicante, ho detto che ha avuto il merito di aver creato l’elemento scatenante: la Superlega, che ho sempre detto fosse una cosa sbagliata. Non si può andare avanti con un prodotto che serve soltanto a fare stare sempre gli stessi uomini in giacca e cravatta. Con Florentino Perez si sta studiando una competizione che parta da 5 miliardi di euro d’introiti e può arrivare anche a 100”.

fonte: calciomercato.com

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