Quanto affetto per gli Azzurri

Ore di attesa sotto la pioggia per una foto con gli Azzurri.

Per la seconda tappa della tournèe americana della Nazionale, come previsto, l’accoglienza è stata travolgente addirittura inaspettata.

La comunità italiana e italoamericana della Grande Mela aspettava gli azzurri da vent’anni e a organizzare i festeggiamenti per la squadra allenata da Luciano Spalletti, ci ha pensato la National Italian American Foundation (NIAF). Ad attendere gli azzurri, una folla incontenibile di italiani residenti a New York e di italoamericani tifosissimi.

Diluvia a New York ma le persone in attesa non si scoraggiano, attendono pazientemente di poter vedere dal vivo qualcuno dei giocatori o anche solo dello staff della nazionale italica.

l’attesa dura anche sei ore e questo la dice lunga sulla “fame” e sul richiamo che la terra d’origine suscita ancor oggi nella popolazione di origine Italia che vive a New York: oltre 2,5 milioni di persone.

La lingua ormai la parlano in pochi siamo alla terza se non quarta generazione che ormai vive negli USA, ma tutti in qualche modo, magari con una forma dialettale che non assomiglia nemmeno più al veo e proprio dialetto d’origine, cerca di comunicare di chiedere qualcosa ai propri beniamini.

Le maglie azzurre si sprecano e gli occhi scintillano quando finalmente riescono a raggiungere l’obiettivo tanto agognato. La delegazione Azzurra è visibilmente sorpresa da tanto affetto che sotto un certo punto di vista ricorda quello visto in Germania nel Mondiale del 2006.

Cannavaro all’epoca raccontava con stupore il ritorno in Hotel a Duisburg dopo la semifinale vinta nell’epica partita con i tedeschi con i gol di Grosso e Del Piero, completamente circondato da migliaia e migliaia di connazionali all’estero.

Tutto questo amore dovrebbe far riflettere su come la “madre patria” faccia troppo poco per chi costretto a lasciare gli affetti per poter sopravvivere non abbia mai tagliato il cordone ombelicale che li lega alla penisola italica.

Commoventi!

Redazione

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