Ci sembra triste

Nel suo primo giorno di “libertà” abbiamo trovato un Sinner all’apparenza provato.

Partendo dal presupposto che stiamo parlando di interpretazioni e non essendo noi Cal Lightman della serie Lie to Me non siamo in grado di interpretare le micro espressioni facciali andiamo come dire … a sentimento.

L’obiettivo sarà Parigi, non sono qui per battere chiunque ma per provare a passare il primo turno e poi vediamo cosa può succedere“.

Come sempre molto realista e con i piedi per terra e ovviamente non ci saremmo aspettati un Sinner roboante che parla di vendette e vittorie, non sarebbe lo Jannik che abbiamo conosciuto in questi anni e quindi basse aspettative per chi lo avrebbe voluto vedere a Roma come Massimo Decimo Meridio.

Ma fino a qui ce lo aspettavamo la tristezza o meglio malinconia viene fuori quando parla di cosa si sarebbe aspettato dai colleghi e che invece non è arrivato: “Ho avuto messaggi sorprendenti da parte di tennisti che non mi sarei aspettato di ricevere. E nulla da chi invece mi aspettavo di ricevere qualcosa. Nomi? Non ne voglio fare. Andrà tutto bene, pian piano passa“.

Non parliamo del cacciatore di prime pagine Kyrgios che non ha mai perso tempo nel criticare Sinner scendendo anche nella vita privata dimentico del fatto acclarato chi è senza peccato lanci la prima pietra, ma evidentemente c’era qualcuno che Jannik considerava “amico” e che si è defilato completamente.

Deluso ed anche un po’ triste ma non per questo meno determinato immaginiamo.

Certo crediamo che questa vicenda, ora che si è conclusa, abbia segnato un passaggio di vita, di crescita. Non vedremo probabilmente più il Sinner sempre sorridente in maniera stupita e divertita da tutto quello che gli stava intorno, dalle vittorie e dai tifosi un po’ ovunque nel mondo, oggi è cresciuto scontrandosi con le cattiverie che il mondo invidioso non ti fa mai mancare.

E già l’invidia è una brutta bestia e quando sei bello fresco e vincente è abbastanza scontato che delusi e frustrati ti vedano come un “disturbo”, come uno specchio in cui si riflettono i loro fallimenti. Saper ignorare o quantomeno superare questi intoppi è un normale processo di crescita.

La sua fortuna probabilmente è quella di avere una famiglia “normale” che se lo è coccolato e di arrivare da un posto dove la gente, gente di montagna, tira dritta per la sua strada spesso in salita ma sa cogliere gli aspetti positivi di chi sempre e comunque ti saluta quando ti incontra.

Vediamo cosa capiterà a Roma ma siamo sicuri che l’affetto dei suoi tifosi “che vinca o perda” sarà talmente travolgente che quel sorriso che gli abbiamo sempre visto stampato tornerà presto.

Redazione

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