Essere o non essere

Il caso Acerbi giunto all’assoluzione divide.

Ci risulta difficile prendere una posizione in merito, perchè guardando gli avvenimenti dalle diverse prospettive le cose cambiano radicalmente.

Forse è meglio specificare prima di scatenare polemiche inutili, non ce ne sarebbe bisogno, che la nostra posizione è assolutamente ed inequivocabilmente contro ogni forma di razzismo. Non ce ne sarebbe bisogno dicevamo perché l’idea del razzismo è talmente lontana dal nostro modo di concepire la vita che ci risulta quasi difficile parlarne.

Jesus dice di essere stato insultato con epiteti razzisti, Acerbi dice che ha equivocato, prove oltre alle parole dei due non ce ne sono e allora cosa fare?

In punta di diritto la sentenza non fa una piega perché non essendoci prove, testimoni o immagini che possano suffragare in qualche modo la tesi di Jesus, risulta impossibile condannare il presunto detrattore.

Dal canto nostro pensiamo che tutta questa vicenda sia stata gestita in maniera perlomeno maldestra.

Acerbi a giudicare dalle immagini appare subito stupito dalle parole che Jesus gli rivolge, lamentandosi di quello che ha sentito o capito e cerca di discolparsi. La questione sembra finita e pensiamo che sarebbe stato meglio finisse li. Ed invece le parole detto dopo hanno indispettito e offeso ancor di più.

Le posizioni si irrigidiscono, Acerbi avrebbe fatto meglio a tacere, perché in certi momenti il silenzio è d’oro … invece sappiamo com’è andata.

Ora sarebbe meglio che chi sta dietro a questi due giocatori, cioè procuratori e società si adoperassero per stemperare i toni e per lanciare un messaggio antirazzista chiaro e netto, ma anche qui le posizioni si irrigidiscono.

Purtroppo la storia di questi ultimi tempi ci dice chiaramente che se nessuno fa un passo verso l’altro soluzioni non ne arriveranno mai, anzi le cose sono destinate ad incancrenirsi.

Jesus sarà il “martire” discriminato e Acerbi il personaggio con l’ombra del razzista che lo insegue. Meglio sarebbe se i due in qualche modo si incontrassero e indipendente dai fatti successi aprissero ad una riconciliazione che sarebbe un esempio di distensione e soprattutto l’occasione per lanciare un vero messaggio contro il razzismo.

Se non ci arrivano loro, bisognerebbe che qualcuno li consigliasse in merito … perché questa cosa con il calcio non c’entra più nulla e a farsi la guerra fra social e media vari serve solo a dividere ancor di più.

Di sicuro il primo passo dovrebbe farlo Acerbi, indipendentemente da dove stia la ragione.

Redazione

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